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Storie del futuro. Gli scenari nella progettazione del territorio - Review

by Laura Domenichini

La tecnica dello scenario sta assumendo oggi nuovo vigore: educa alla riflessione sulle conseguenze dei “fatti urbani” e per mezzo della sua natura processuale, consente una costruttiva e reale partecipazione dei cittadini alle dinamiche progettuali. La costruzione di scenari consente di raccontare la contemporaneità, facendone emergere tendenze e inquietudini, rilevando i segnali forti, cioè quei fattori evidentemente costitutivi della società, ma anche i segnali deboli, cioè quelle tracce indiziali potenzialmente in grado di condurre a trasformazioni e innovazioni future. Presuppone una grande conoscenza dell’oggi: il carattere esplorativo dello scenario consente di raccontare la storia di un luogo, quello tendenziale consente di proiettare al futuro le tendenze in atto, quello di contrasto aiuta a prefigurare un futuro da evitare. È un’attività il cui obbiettivo non è quello di prevedere, bensì di immaginare un futuro possibile, attraverso l’attività dell’interrogarsi piuttosto che del rispondere, cioè attraverso una logica di problem setting e non di problem solving.
È indicativo il fatto che questo testo sintetizzi percorsi diversi partiti dalla comune origine del XV ciclo del corso di Dottorato di Ricerca in Urbanistica dello IUAV: i materiali raccolti sono esito di attività che incrociano il carattere tecnico del progetto con quello concettuale della ricerca. In particolare la struttura del libro, in cui il testo principale che descrive la tecnica della costruzione di scenari è costantemente accompagnato da esempi di applicazioni sul campo reale, ben rappresenta la struttura di uno scenario: la descrizione verbale è integrata e accompagnata da immagini esplorative.

Le esperienze progettuali raccontate partono da quelle di carattere più concettuale, svolte da Lorenzo Fabian tra il 2000 e il 2003, che indagano il metodo dello scenario astratto e della sua natura analitica, verificando l’esito di un procedimento di input-output basato sulla completa fiducia nei dati di partenza. I dati considerati sono quelli degli indici urbanistici, che costituiscono l’input per immaginare una variazione plastica del tessuto urbano in funzione della variazione dei dati immessi. X-treme Europe, in particolare, è una riflessione sul tema della densità che caratterizza il territorio europeo, attraverso la descrizione di due scenari estremi e contrapposti che riguardano la condizione di iper-concentrazione e quella di iper-dispersione.
Tra il 2004 e il 2005 Lorenzo Fabian e Paolo Bozzuto, in collaborazione con il Politecnico di Milano, si occupano della costruzione del nuovo Documento Strategico di Inquadramento delle Politiche Urbanistiche del Comune di San Donato Milanese, nell’ambito del quale vengono prefigurati quattro scenari per San Donato. Nello stesso contesto collaborano al processo di partecipazione per l'elaborazione del Piano d’Area dei Comuni compresi tra il fiume Adda e il naviglio Martesana, nell’ambito del quale sono stati immaginati due scenari ed è stato predisposto uno spazio web dove i cittadini potessero esprimere i loro giudizi sui progetti proposti (www.forumaddamartesana.org).
All’interno del Laboratorio di Progettazione Urbanistica della Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Parma, tra gli Anni Accademici 2002-2003 e 2006-2007, Lorenzo Fabian e Andrea Costa hanno impostato il tema del Laboratorio basandosi sulle ricerche prodotte nel 1965 da Giuseppe Campos Venuti e Osvaldo Piacentini in Emilia Romagna: venivano descritti due scenari, uno tendenziale ritenuto negativo, che immaginava la Via Emilia come una città lineare densa e compatta, e uno di contrasto, fondato su direttrici ortogonali che disegnava un nuovo assetto territoriale alternativo a quello che si stava concentrando lungo la Via Emilia. Le risposte degli studenti hanno preso forma attraverso differenti immagini: alcune descrivevano la saturazione della fascia infrastrutturale stretta tra Via Emilia e ferrovia, in direzione est-ovest, altre, nuove forme di insediamento diffuse in direzione nord-sud, rilevando i molteplici caratteri del territorio, nella consapevolezza che i due modelli forniti non saranno mai l’uno alternativo all’altro nell’Emilia Romagna del futuro, ma se incrociati, troveranno punti in comune e sovrapposizioni.
Infine Paola Pellegrini illustra materiali prodotti nell’ambito di diverse attività di pianificazione condotte negli Stati Uniti, dove negli ultimi anni si è manifestata l’esigenza di staccarsi dagli strumenti tradizionali di city planning legati ai contesti della dispersione insediativa (sprawl), per cercare nuove ipotesi di trasformazione della metropoli contemporanea: lo strumento dello scenario viene inteso come propedeutico ai processi di partecipazione al fine di trasformare il presente in funzione di un’immagine desiderata e condivisa di futuro.

La recensione di Laura Domenichini a Storie del Futuro. Gli scenari nella progettazione del territorio di P.Bozzuto, A.Costa, L.Fabian, P.Pellegrini è stata precedentemente pubblicata su Paesaggio Urbano, n.4 - luglio/agosto 2009.


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