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Capitale senza capitale. Roma e il declino d’Italia </br>Romano Benini e Paolo de Nardis | Donzelli </br> Cover

(IBIDEM) no.1 | Questioni |
Lo sguardo progressista su Roma

Alberto Violante


Recensione a: 
• R. Benini, P. de Nardis, Capitale senza capitale. Roma e il declico d'Italia, Donzelli, Roma, 2013
• F. Erbani, Roma: il tramonto della città pubblica, Laterza, Roma - Bari, 2013

• R. Morassut, Malaroma. Dal modello Roma al fallimento di Alemanno, Aliberti, Reggio Emilia, 2012
• AA.VV, Focus: Per la rinascita di Roma, Italianieuropei no. 3-4, 2013




Quando il lettore leggerà queste righe, saranno già noti i risultati delle elezioni amministrative per il governo del Comune di Roma. Nel frattempo questa tornata elettorale avrà quantomeno avuto, come esito involontario, la moltiplicazione delle iniziative editoriali su Roma. Tra queste ne abbiamo scelte quattro:
Capitale senza capitale di Benini e De Nardis; La fine della città pubblica di Francesco Erbani; Malaroma di Morassut e infine il focus sulla Capitale frutto di una collettanea di autori, per lo più accademici che studiano da anni il territorio romano, presente nell’ultimo numero della rivista Italianieuropei. 

Sono libri chiaramente influenzati dalla scadenza elettorale, ma non necessariamente inscrivibili nella polemica elettorale, anzi più facilmente comprensibili a partire da una rinnovata attenzione che gli studi sulla Capitale attraggono negli ultimi anni, dopo un decennio buono di silenzio analitico sulle trasformazioni di Roma.
La seconda caratteristica dei testi editi negli ultimi mesi è che, anche quando sono scritti da accademici, non sono ricerche organiche con l’illustrazione di materiale empirico e di un apparato metodologico di riferimento, ma appartengono sostanzialmente al campo della pubblicistica (talvolta memoriale, come nel caso dell’assessore Morassut) e della divulgazione. Non è una novità e negli anni sessanta sono stati opuscoli divulgativi e dossier giornalistici a diffondere il denso dibattito urbanistico sulle fasi precedente e successiva, sulla genesi e l’approvazione del piano regolatore del 1963 [1].
La pubblicistica abbonda quando si fonda su un dibattito scientifico abbastanza solido. Nei decenni passati, del resto, la letteratura su Roma si è alimentata di alcuni inestimabili contributi provenienti da diverse discipline (dall’Urbanistica alla Storia, alla Sociologia), tutti impegnati su un territorio di frontiera e con un approccio estremamente interdisciplinare (...).

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NOTE
[1] Mi riferisco al reportage dell’Espresso pubblicato a partire dal 1956 e agli articoli di Cederna su Il Mondo, oltre che alla raccolta di interventi consiliari di Aldo Natoli e allo scritto di Moravia ‘Contro Roma’. In particolar modo quest’ultimo espresse con efficacia il conflitto di Roma con l’Italia, e la mancanza di una piena delega civica e morale delle classi dirigenti alla Capitale in quanto luogo simbolicamente deputato alla rappresentanza della nazione.

Alberto Violante
Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche
Università di Roma La Sapienza, Roma, Italy
E-mail: albertoviol@gmail.com


 

Roma. Il tramonto della città pubblica </br> Francesco Erbani | Laterza </br>cover Malaroma. Dal modello Roma al fallimento di Alemanno </br> Roberto Morassut | Aliberti </br> Cover Focus: Per la rinascita di Roma  </br> Autori Vari | Italianieuropei, anno XIII, 3-4/2013 </br> Cover