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Urbanistica e Sfera Pubblica - Review - Un testo non neutrale
by Gianni Talamini
Il  testo di Cristina Bianchetti è denso di questioni, interrogativi,  domande.  Spinge alla riflessione, induce all’autocritica. La densità  che vi si ritrova  non è solo l´esito di una ricchezza di quesiti, ma  anche di riferimenti e di  affermazioni. Si tratta di un testo politico,  “politico nel senso di non  neutrale”.               L’autrice lamenta l’afasia dell’urbanista, il quale “si  trova nella  posizione scomoda di chi sa di non avere ascolto, né come  testimone, né come  disturbatore” e critica tanto l’evanescenza della  sfera pubblica quanto  l’inconsistenza di un discorso disciplinare che  affonda le proprie radici in un sapere corroso: “afasia della  lingua  ed impedimento dei gesti comportano un problema. Capire per chi e  di che tipo  di problema si tratti, è l’interrogativo alla base di  questo libro”.
 
 Nel  contesto di un discorso politico quale quello  contemporaneo - i cui tratti  salienti sono da un lato il rumore  assordante, la pubblicità, la comprensione  immediata e dall’altro la  quiete - stato che si manifesta “quando ci si lascia  trasportare da un  fascino turistico per la molteplicità delle abitudini, dei  modi di  fare, delle credenze” - l’autrice decreta la “fine della politica in   sé” (Žižek), il cui corollario è “l’impantanamento nel  privato”(esplicito  riferimento al pensiero arendtiano), o citando  Habermas: “l’incapacità  dell’abitante […] di abbracciare nel suo  insieme la vita sempre più complicata  della grande città, in modo che  essa sia pubblica per lui”. In  un contesto in cui “il politico si  costruisce quando una rivendicazione di  qualche tipo finisce di essere  parte di un negoziato su specifici interessi per  cominciare a  funzionare da condensatore metaforico per una ristrutturazione  dello  spazio sociale”, il darsi sulla difensiva delle politiche identitarie   porta con sé l’acquietante accettazione dello status quo. Alla  luce di questo, alla luce del fatto che “la nostra  attuale difficoltà  ha a che fare con la quiete, la spensieratezza consolatoria  di un tempo  acquietato, il problema contemporaneo è fuggire da essa, è  “ritrovare  un’ispirazione radicalmente politica in un campo esausto”.
 
 Nell’evanescenza  della sfera pubblica (da intendersi  quale spazio esterno alla  sfera del potere e per questo in grado di  avere efficacia su di esso) l’autrice  appura la dissoluzione delle  speranze positive di origine illuminista che ne  hanno accompagnato la  venuta (“la speranza di migliorare i comportamenti; quella  di arginare  forme d’azione irrazionali ed egoistiche”), il riverberarsi di questo  venir meno nell’assenza  dell’opinione pubblica, la deficienza di  relazione tra spazio pubblico e spazio  del potere. Tutto ciò offre  campo libero a politiche che si possono dire  keynesiane e che si  “reggono su una coincidenza netta fra potere e autorità  nella quale lo  stato si identifica con la volontà generale entro una posizione  di  totale neutralità rispetto ai gruppi sociali”.
 L’analisi  delle relazioni tra potere e autorità, delle  loro forme, dei loro dispositivi,  così come delle loro reciproche  interazioni con il progetto urbanistico, è uno  degli elementi centrali -  anche se non evidenti - del testo ed è uno dei fili  conduttori che ne  regolano la trama. 
 È altresì vero che l’autrice ammette la  posizione di privilegio in  virtù della quale tale analisi le risulta possibile:  “le trasformazioni  cui le città sono sottoposte costituiscono un campo  privilegiato per  l’osservazione del modo in cui si stanno ri-dislocando potere  e  autorità, percepiti come punti attivi e discontinui, collegati   trasversalmente ed in modo enigmatico a desideri e a interessi di   trasformazione”. 
 Nei racconti, tanto quanto nelle parte introduttiva o  conclusiva,  l’autrice mette in luce un sapere profondo, che spazia oltre gli  autori  a lei storicamente cari (Bourdieu, De Certeau, Deleuze, Sennett)  insieme  ad una forte capacità di sintesi ed articolazione del discorso,  elementi che  rendono “Urbanistica e sfera pubblica” uno strumento  notevole per lo studio e  la critica della disciplina urbanistica  contemporanea.
This is a review for:
- [Book] Urbanistica e Sfera Pubblica - by Cristina Bianchetti 
 
	
	
	
		 
	
	
		 
	
	
	
		 
	
	
	
	
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