Browsing this web site you accept techinical and statistical cookies. close [ more info ]

9 | Mumford on the city</br>Frame from the film The City: Heaven and Hell, 1963

VI - The City and the Future

Cristina Peraino

La congestione della metropoli ha provocato un esodo dalla città, una vera fuga da un ambiente sempre più impersonale…Una minaccia getta l'ombra sulle forme urbane storiche e frammenta i contenuti della città spargendoli casualmente nel territorio. Il risultato è la dispersione di ciò che per la città è essenziale, ovvero un organo sociale dove incontrarsi e mescolarsi. Fortunatamente, nel mezzo della nostra attuale confusione e disintegrazione urbana una nuova forma di vita ha avuto inizio, è appena cominciata ad emergere. Il meglio delle comunità regionali attuali, i satelliti di Stoccolma o le nuove città inglesi sono attraenti e vivibili”


 

The City and the Future
1963 


Scritto e prodotto da: Ian MacNeill
basato sul libro di Lewis Mumford "The City in History"
Montaggio: Rex Tasker, Margaret Ellis
Musica: Robert Fleming
Tecnico del suono: Kathlen Shannon
Registrazione del suono: Joseph Champagne,
George Croll, Ted Haley
Montaggio audio: Karl Du Plessis
Voce narrante: Budd Knapp
Produttore esecutivo: Guy Glover, A National Film Board Of Canada
Luoghi: Montreal, Stoccolma, Venezia, Londra, Parigi
Diretto e filmato da: Mogens Gander, Jacques Giraldeau, Robert Humble c.s.c., Iwanami Films LTD., Kirk Jones, Derek Knight, Jean-Claude Labrecque,Claus Loof, Ian MacNeill, Terrence McCartney-Filgate, Doug McKay, Reginald Morris c.s.c., Erik F. Nielsen, Brian Probyn, Donald Wilder c.s.c.

 

 


Si riparte dalle immagini ormai universali della sporcizia che invade le città congestionate, dove non è insolito trovare stesi a terra, sui marciapiedi, coloro che quelle città hanno escluso. Le immagini successive, dei più riusciti tra i nuovi insediamenti regionali, danno la misura del fatto che una alternativa è possibile. Gli esempi, anche in questo caso vengono dalla Svezia e della Gran Bretagna. Il riferimento principale è però qui la dimensione e l'organizzazione del “centro” dei nuovi insediamenti, nei quali, su questo insistono le immagini, è essenziale si riproducano le condizioni di socialità e di cultura dei centri delle vecchie città, dove tutte le attività professionali, educative, artistiche e sociali sono presenti.

Centri così magnetici potrebbero dare ai mosaici emergenti delle nuove comunità i mezzi dei quali hanno bisogno per un fermo e saldo sviluppo. La città moltiplica la capacità dell'uomo di pensare, di ricordare, di educare, di comunicare per rendere possibile l'associazione che collega o oltrepassa nazioni, culture, credi e teorie. Il sipario si alza su un nuovo dramma umano, su una nuova fase: la città dell'uomo. Una città dove gli uomini saranno infine a casa da soli su un pianeta più piccolo, ma in un mondo più ampio ”. (c.l.)